Aspettando la grande mostra sulla Belle Époque
«La bellezza è necessaria, come anche l’arte o la qualità estetica fanno parte del benessere culturale. Promuovere e realizzare una mostra è un progetto indispensabile alla crescita culturale di una comunità» scrive Gerardo Monizza sull’Ordine. Como con una rassegna monografica e tematica al tempo stesso, farà rivivere il mito della Belle Époque esponendo: «Mademoiselle de Nemidoff» e parte dei celebri capolavori di Giovanni Boldini, per riscoprire con le migliori energie creative, il gusto del fare con spirito ottimistico ed apprezzare la bellezza e la gioia di vivere. «L’oggetto culturale resiste al tempo. - diceva Hannah Arendt, ed aggiungeva - Un oggetto è culturale, in quanto sopravvive a qualsiasi utilizzo abbia potuto presiedere alla sua creazione». Oggi non più; il sistema economico spinge avanti velocemente, ed anche le opere d’arte devono essere ammirate, usate, fruite velocemente e poi essere sostituite con nuove opere.
La stratificazione non è un fattore universale, se non inteso come una naturale misura adottata dalle classi dominanti per mantenere lo status quo contro le classi inferiori entrambe in un continuo conflitto. Accanto alla gerarchia di classe, su base economica, esistono quella di appartenenza politica, fondata sul potere, e quella di ceto, legata alla cultura. Secondo la teoria della stratificazione di Weber la gente tende ad aggregarsi sulla base di determinate caratteristiche, formando gruppi esclusivi, da cui è tenuto fuori chi non ha i requisiti.Recenti pubblicazioni si sono concentrate sul passaggio dalla modernità alla post modernità e le questioni etiche relative. È stato paragonato il concetto di modernità e post modernità rispettivamente allo stato solido e liquido della società. Si è tentato di spiegare la «post modernità» usando le metafore di modernità «liquida» e «solida». Si è sostenuto che l'incertezza che attanaglia la società moderna deriva dalla trasformazione dei suoi protagonisti da produttori a consumatori.
Lo smantellamento delle sicurezze a una vita «liquida» sempre più frenetica e costretta ad adeguarsi alle attitudini del «gruppo» per non sentirsi esclusa. L'esclusione sociale elaborata non si basa più sull'estraneità al sistema produttivo o sul «non poter comprare l'essenziale», ma del «non poter comprare per sentirsi parte della modernità». Secondo Bauman, autore di queste elaborazioni, il «povero», nella vita liquida, cerca di standardizzarsi agli schemi comuni, ma si sente frustrato se non riesce a sentirsi «come gli altri», cioè non sentirsi accettato nel ruolo di consumatore. Se si osservano da questa angolazione varie tendenze dell’arte moderna, se ne rileva la condizione di precarietà e di breve durata nel tempo. Tutte le «installazioni» che si vedono oggi nelle mostre, gli art video, concentrano tutto il mondo dell’artista in pochi minuti e in altrettanto poco tempo scompaiono.